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POESIA

Cinque parole

 

La leggerezza è una perversione.

Un nulla

 

Uno solo.

Un solo tuo capello volato ai venti

senza nemmeno la tua attenzione.

Un nulla.

Un'inesistenza per te,

per il mondo, per le genti;

non per me, non per il cosmo.

Un solo tuo capello volato ai venti

in cambio di tutto il mio sangue,

in cambio di ogni mio essere.

Prego i mercanti delle Venezie

di portarmi le loro bilance,

il peso di tutti i vascelli stranieri della laguna

con le mie carni eguaglierò.

Mi si taglino gli arti.

Mi si cavino gli occhi.

Tutto il peso del mio corpo sanguinante 

voglio bilanci quello delle navi,

baratterò tutto ciò con un solo tuo capello.

Ma vi prego,

lasciatemi un lembo di polso ed una vena.

Solo questo chiedo.

Un polso ed una vena su cui adagiare il biondo capello della mia amata.

Che il mio sangue possa pulsare

ancora una volta,

che io possa far vibrare ancora una volta l'amore mio,

di sole profumata.

Quel quando

 

E' nel quando avverti la copiosità 

di frammenti vitrei nel tuo petto.

E' nel quando distendi e contrai

il tuo corpo affinchè milioni di frammenti vitrei

possano incrociarsi con sterminate particelle luminose e dar vita a riflessi e

complessi brillanti incastonati nello spazio.

E' nel quando più ti muovi più sanguni e

ancora la tua volontà ti fa contrare

membra e tessuti.

E' nel quando dalle tue costole

gravitano verso la terra fini filamenti

di umido sangue.

E' nel quando tu sei trama e ordito.

E' quel quando al quale bisogna ambire.

E' in quel quando che le lacrime devono scivolare e

dissetare le tue labbra.

Ed è in quel quando, che vorrei chiamare il nostro istante,

che vorrei arrivare e baciare, 

bevendo da te

lacrime, sangue e luce.

Il filo degli amanti

 

Esistono nell'universo e nel cosmo forze siderali, forze astrali,

forze magnetiche e forze celesti;

ognuna di queste svanisce al cospetto della forza nata tra i due amanti

che a lungo si sognarono.

Vi sono istanti in cui la lucentezza di questa forza

di spiriti e di amori,viene provata, violata e piegata.

La grandiosità dei fasti sembra svanire ed un solo filamento di ori lontani resiste.

Piccolo, delicato, minuto,

un solo sospiro.

Ed è allora che la sua grandezza si manifesta, 

quel piccolo filamento diviene cosmo,

diviene universo.

Nessun'altra forza della natura o degli Dei avrebbe potuto tanto.

Il filo degli amanti vive,

supera mari e terre,

risplende e diffonde, vibrando, i canti dei cuori degli amanti.

Ieri

 

Socchiuse con lentezza occhi e spirito.

Chinò, con la delicatezza delle gocce d'amore, il viso

e si lasciò.

 

D'incanto il corpo svanì.

Mai più si ritrovò.

Il piede

 

Ad un passo, un minuto gesto,

ancora una goccia e l'immobilità.

il frammento del corpo,

il lembo estremo della mia carnalità.

Impietrito, piccoli resti del rogo della concezione del passato si muovono nell'aria;

movimenti irregolari, leggiadri e ricoperti dalle ombre passate si adagiano su di una spalla,

sul capo, a terra.

Il passo da compiere dialoga con le minuzie.

Improvvise linee divergono e squarciano,

oltre la mia comprensione che vorrebbe chiarezza.

Ed il piede vacilla, la dita si scuriscono di rosso,

il rosso delle carni dissanguate.

L'arto si curva, sorregge il peso e grava,

sprofonda di poco in poco

e non si anima, anche se vorrebbe.

Odio.

Rabbia.

Distruzione.

Proiezione.

la paura, ad un passo, ad una goccia.

Le pressioni sui nervi del collo.

La progettazione monumentale della propria rovina.

La magnificenza della scelta pura.

Ogni volta che si chiudono gli occhi

il calore possiede le mie tempie.

La fossa di Lucifero, l'ottone ed il bisbiglio.

Il silenzio, il corpo nudo che striscia,

cigola, sbatte e si consuma,

attraversa lo spazio attraverso il quesito.

Patetico bisogno, bellezza patetica ed intimità percosse.

Senza sguardo.

il corpo attraversante, il piede puntato, le dita in cancrena.

Il tallone si è alzato.

Goccia a goccia, di questo si morirà.

Lei

 

Quando la vidi lì s'inizio' la finitudine del corpo ;

le pelli ed i volti si sfogliarono fino al solo tessuto.

Nella nudita' , scarnato e chino sulle curvita'.

Gli occhi piansero le menti, perirono e si tacque. 

L'interno tremito organico fu unica litanica ripianta voce, verso l'orizzonte che mai più basso si vide.

Lì, chino.

Ricurvo e pianto. 

Ma fu lì che sopraggiunse amore, che non è ne folle ne intelligente ma amore. 

E li fù. Come gocce d'amore in un campo di grano. Le vene si strinsero, il sangue evaporò. Ed in lei vidi. Io vidi. E stretto. E stretto. E stretto tra le sue esse dissi T'amo. 

Le discipline

 

Ogni essere umano necessita di disciplina,

io, ad esempio, mi impongo una forte autodisciplina

nel dedicarmi ai miei vizi,

in maniera meticolosa e precisa.

 

Dio

 

Se Dio fosse stato imperfetto

non avrebbe avuto bisogno dell'uomo.

 

Il sacerdote ed il guerriero

 

Il limite della percezione, l'essenza

della preziosità ritrovata.

Il frammento immenso e la profondità oscura

di ogni ricerca, la nostra, la vostra.

Un necessario viaggio metafisico che

abbandona ogni rete di sicurezza per sognare

sempre nell'utopia di domani.

Fino a quale profondità è possibile spingersi?

Fino a quale luce possiamo ambire?

Il caos sopraggiunge, sferza, sconvolge e si nutre

della moltitudine della saturazione, ma

nulla è senza il vuoto nel quale diffondersi.

Il sacerdote ed il guerriero.

L'infinito profondo e la forza dell'invisibile.

Infinito, custode.

Indecifrato, essenziale, religioso.

Silenzioso. Silenzio.

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